Arte e cultura
Il Castello
L'Imponente ed elegante Castello di Alviano domina strategicamente dall'alto tutta la media Valle del Tevere, e con la sua maestosità richiama la grandezza della dinastia dei Liviani, dal sec. XII signori di queste terre.
La fortezza nacque come dimora difensiva intorno al 995, con l'arrivo del Conte Offredo di Germania, che secondo la tradizione è stato il capostipite della famiglia Alviano, ma di quel castello originario ci resta ben poco a causa della distruzione subita nel 1495 ad opera di Amelia.
La grandiosa dimora che possiamo ammirare oggi è frutto di importanti lavori di ricostruzione guidati dallo stesso Bartolomeo all'inizio del 1500, e rappresenta un tipico esempio di Castello rinascimentale che conserva al suo interno le caratteristiche di una residenza signorile e, allo stesso tempo, di un baluardo difensivo.
L'edificio, infatti, fu costruito seguendo i dettami della nuova ingegneria militare dell'epoca, e presenta una pianta quadrangolare con possenti torri angolari a base circolare e muro a scarpa, mentre il suo carattere signorile è visibile dalla presenza del doppio loggiato interno e dallo scalone che conduce al piano superiore, dove si trovano grandi finestre di stile rinascimentale.
Alla morte di Livio, figlio di Bartolomeo, avvenuta nel 1537, la dinastia degli Alviano si estingue per mancanza di eredi, e Papa Paolo III Farnese obbliga la moglie del condottiero, Pantasilea Baglioni, e le figlie a cedere le loro proprietà alla camera apostolica: inizia così la perdita d'importanza militare della fortezza, che nei secoli successivi viene acquistata da numerose famiglie nobili.
Ricordiamo in particolare Donna Olimpia Maidalchini, patrizia romana di grande potere e pessima fama: grazie a lei, si dice, il cognato riuscì a varcare il Soglio Pontificio col nome di Innocenzo X Pamphili, ed Olimpia accompagnò poi tutta la sua carriera, tanto che l'enorme ed indiscussa influenza che essa aveva alla corte papale le valsero il soprannome di Papessa.
Tante sono le leggende intorno a questa donna, chiamata di spregiativamente Pimpaccia: pare che ad Alviano Olimpia avesse l'abitudine di attrarre giovani ragazzi nel castello, facendosi riportare il fazzoletto che le era subdolamente caduto dalla finestra e, dopo aver offerto loro vino e cibo, ed aver soddisfatto i propri piaceri carnali, li gettava nei sotterranei del castello e di loro nessuno sapeva più niente.
La fortezza nacque come dimora difensiva intorno al 995, con l'arrivo del Conte Offredo di Germania, che secondo la tradizione è stato il capostipite della famiglia Alviano, ma di quel castello originario ci resta ben poco a causa della distruzione subita nel 1495 ad opera di Amelia.
La grandiosa dimora che possiamo ammirare oggi è frutto di importanti lavori di ricostruzione guidati dallo stesso Bartolomeo all'inizio del 1500, e rappresenta un tipico esempio di Castello rinascimentale che conserva al suo interno le caratteristiche di una residenza signorile e, allo stesso tempo, di un baluardo difensivo.
L'edificio, infatti, fu costruito seguendo i dettami della nuova ingegneria militare dell'epoca, e presenta una pianta quadrangolare con possenti torri angolari a base circolare e muro a scarpa, mentre il suo carattere signorile è visibile dalla presenza del doppio loggiato interno e dallo scalone che conduce al piano superiore, dove si trovano grandi finestre di stile rinascimentale.
Alla morte di Livio, figlio di Bartolomeo, avvenuta nel 1537, la dinastia degli Alviano si estingue per mancanza di eredi, e Papa Paolo III Farnese obbliga la moglie del condottiero, Pantasilea Baglioni, e le figlie a cedere le loro proprietà alla camera apostolica: inizia così la perdita d'importanza militare della fortezza, che nei secoli successivi viene acquistata da numerose famiglie nobili.
Ricordiamo in particolare Donna Olimpia Maidalchini, patrizia romana di grande potere e pessima fama: grazie a lei, si dice, il cognato riuscì a varcare il Soglio Pontificio col nome di Innocenzo X Pamphili, ed Olimpia accompagnò poi tutta la sua carriera, tanto che l'enorme ed indiscussa influenza che essa aveva alla corte papale le valsero il soprannome di Papessa.
Tante sono le leggende intorno a questa donna, chiamata di spregiativamente Pimpaccia: pare che ad Alviano Olimpia avesse l'abitudine di attrarre giovani ragazzi nel castello, facendosi riportare il fazzoletto che le era subdolamente caduto dalla finestra e, dopo aver offerto loro vino e cibo, ed aver soddisfatto i propri piaceri carnali, li gettava nei sotterranei del castello e di loro nessuno sapeva più niente.
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News
06 Maggio 2022
L'inviata di Repubblica Cristina Nadotti - a settembre - scriveva "nei dintorni di Alviano, due case di paglia sono già state restaurate, ci sono acquirenti interessati e si comprende bene il perché. Appena prima dell'ingresso in paese, una delle più belle ha la vista sul lago, zona umida tra le più importanti dell'Umbria, e nonostante la giornata di caldo afoso una volta varcata la porta di ingresso i suoi muri traspiranti regalano all'ambiente un fresco gradevole, senza bisogno di condizionatori. La casa è un edificio semplice a un piano, ma è perfetta per chi cerca un reale contatto con la natura e ha ben presente quanto i materiali da costruzione più usati oggi siano impattanti per l'ambiente, mentre le case di paglia sono completamente sostenibili in ogni fase della loro vita: quando le si costruisce, quando necessitano di manutenzione e infine quando si dovesse demolirle. I muri sono fatti, appunto, di paglia che resta dallo scarto della lavorazione dei cereali, e di terra, in particolare argilla, che serve a impermeabilizzare e stabilizzare. Ci sono poi le tegole per il tetto e le travi di legno per lo scheletro. Un tempo, le finestre con infissi in legno talvolta erano chiuse soltanto da teli, oggi ci sono normali vetri".
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